News / GIBELLINA,
41 anni fa violente scosse sismiche la rasero al suolo.

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Da un lavoro di Ruggieri & Torre del 1973, alla cui fase iniziale di rilevamento sul terreno ha partecipato anche il Dr. P. Todaro, estraiamo i ricordi di uno dei più rovinosi eventi sismici d’Italia.
Nel Gennaio del 1968 un’area della Sicilia occidentale situata a cavallo della Valle del Belice fu interessata da una serie di violente scosse sismiche, che provocarono danni notevolissimi e vittime specialmente negli abitati di Gibellina, Salaparuta, Montevago (praticamente distrutti) e, subordinatamente, a Poggioreale, Santa Margherita Belice, Partanna e Menfi.
Oltre che nelle località citate, il sisma si fece sentire per una larga fascia all’intorno, provocando in qualche punto danni non lievi.
Le scosse si protrassero con vario grado d’intensità per diversi mesi, raggiungendo i massimi il 15 Gennaio alle ore 02.33 con magnitudo 5,8, lo stesso giorno alle ore 03.01 con magnitudo 5,9, il 16 Gennaio alle ore 17.43 con magnitudo 5,8, il 25 Gennaio alle ore 10.57 con magnitudo 5,6.
Vennero poi diminuendo gradatamente di frequenza e d’intensità, perdurando sensibili fino all’estate.
I rilievi geologici della tavoletta “Gibellina” misero in evidenza una successione di terreni di età compresa tra il Miocene medio-superiore (Tortoniano) e il Pliocene medio. Nella serie sedimentaria sono presenti una potente intercalazione alloctona in facies argilloso-siltosa entro il Tortoniano, seguono il “Saheliano” argilloso, la “formazione gessoso-solfifera”, i “trubi”, ed infine un potente intervallo caratterizzato da intercalazioni torbiditiche pertinente al Pliocene inferiore, per il quale fu proposta una nuova formazione: “Formazione marnoso-arenacea della Valle del Belice”.
Il lavoro di tettonica fu sinteticamente ricondotto ad un sistema di faglie che interessavano il basamento rigido mesozoico.
L’anno scorso in occasione del 40° anniversario del terremoto della Valle del Belice, l’Ordine Regionale Geologi Sicilia ha organizzato un convegno nel Museo Archeologico e delle Trame Mediterranee di Gibellina a memoria di quanto accaduto. Ciò ha dato la possibilità ai partecipanti di vedere Gibellina nuova e le sue caratteristiche sculture d’arte moderna disseminate nel centro abitato. Non abbiamo inserito foto di Gibellina vecchia per un senso di rispetto alle persone decedute, ma per chi volesse andare a visitarla sono ancora visibili le macerie e molto particolare risulta, oltre che il teatro all’aperto, la scultura realizzata sulle rovine del paese consistente in un enorme colata di cemento bianco.

(inserimento del 31 luglio 2009)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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