News / COZZO CAVOLINO, in un crocevia di Valloni, sede di torrenti,
un affioramento di “Scaglia”

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Le rocce hanno da sempre attratto l’Uomo ed il rapporto di quest’ultimo nei loro confronti è stato di profonda interazione. Nelle Scienze Geologiche una roccia dà quasi sempre la possibilità di raccontare la storia di parti del nostro pianeta, di farci capire le immense modifiche a cui è stata sottoposta la Terra o porzioni di essa.
Le Madonie, da questo punto di vista, molto bene si prestano alle ricostruzioni Paleogeografiche tramite studi petrografici, sedimentari e paleontologici in quanto possiedono la possibilità di avere esposte in affioramento rocce geocronologicamente riconducibili da un periodo di circa 230 milioni di anni fa sino a quasi l’attuale.
Un esempio didattico su come un luogo, anche arealmente ristretto, possa raccontarci porzioni della storia geologica del nostro Parco è ben visibile a Cozzo Cavolino, lungo la S.S. tra Castelbuono e Geraci Siculo, dove è possibile ravvisare un affioramento di “Scaglia”, ovvero una roccia sedimentaria calcareo marnosa ben stratificata di colore rosso acceso o giallastro di età Eocenica medio-sup. con microfaune a Globorotalia, correlabile alla stessa tipologia di roccia di colore biancastro, ben rappresentata a Cozzo Balatelli, che però possiede datazioni più antiche in relazione alle microfaune a Globotruncane del Cretaceo superiore.
Queste rocce ci fanno ben capire come da circa 65,5 M.a. a circa 33,7 M.a. addietro le Madonie nel particolare (ma tutta la Sicilia in generale) fossero in un ambiente marino di tipo bacinale con profondità anche pronunciate (annegamento delle piattaforme carbonatiche).
Cozzo Cavolino possiede comunque qualità paesaggistiche di tutto rilievo, infatti, emergente dalla secolare sughereta in un piccolo pianoro dove predominano affioramenti di Scaglia rossastra e caratteristici elementi carbonatici risedimentati (Megabrecce), si può godere di un panorama dal fascino unico in cui confluisco due importanti Valloni, esattamente il V.ne Giardinello e il V.ne dell’Annunziata a formare il V.ne dei Molini, importante immissario del Fiume Pollina.
A motivo della probabile motivazione tettonica alla formazione di questi luoghi vi sono stati ultimamente rilevanti
ipocentri tellurici a ricordarci come le Madonie siano ancora piuttosto “vive”.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



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