News / I Monti di Palermo,
dai primi del ‘900 sede di polemiche interpretazioni tettoniche.

___________________________________________________________________________________

 


 


I monti della “Conca d’Oro” sono stati da sempre palestra e sede di differenti interpretazioni tettoniche dai geologi che li hanno studiati. Non volendo in questa sede nulla aggiungere a quanto sino ad ora scoperto, ci limitiamo a narrarne parte della storia geologica attraverso un lavoro di Luigi Caflisch (La Geologia dei Monti di Palermo – 1966), finanziato dal Gruppo Montecatini, che evidenziò le fasi orogeniche delle montagne palermitane attraverso un dettagliato rilievo geologico di superficie.
Sin dagli inizi del ‘900 s’innesco una polemica a favore o contro le teorie faldistiche, tanto che divenne dibattito generale nel 1906, quando M. Lugeon ed E. Argand avanzarono la prima ipotesi di una grande falda di ricoprimento mesozoica sovrascorsa sulle argille terziarie.
Sulla loro scia P. Arbenz nel 1908, sottolineando la differenza di facies esistente nel Mesozoico dei Monti di Palermo, porta a tre il numero delle falde.
Contro queste idee si pronunciarono due geologi siciliani: G. Di Stefano (1907) e M. Gemmellaro (1923); confutando l’età terziaria delle argille sottoposte alla serie calcarea mesozoica e manifestando per esse una età triassica.
La ricerca di macrofossili, cui si dedicò con cura G. Di Stefano, e il rinvenimento di esclusive faune triassiche diede forza all’idea che le formazioni argillose fossero il naturale appoggio delle soprastanti serie calcaree mesozoiche.
Ma l’utilizzo della micropaleontologia consentì a R. Fabiani e L. Trevisan nel 1940, grazie anche agli studi di E. Di Napoli, d’individuare la presenza di Globigerinae in alcune argille sottostanti alle Dolomie triassiche. Il contributo portato dai due Autori diede quindi la possibilità, alle teorie faldistiche, di spiegare l’assetto tettonico dell’area apportando un notevole progresso nelle conoscenze geologiche dell’isola.
Infatti nel 1960, P. Schmidt Di Friedberg, F. Barbieri e G. Giannini individuano anche nei monti delle Madonie uno spostamento da nord verso sud delle facies calcaree mesozoiche facendo assumere al fenomeno una tale imponenza che L. Ogniben nel 1960 e 1963, riconobbe le caratteristiche di una falda tettonica riproponendo il nome di “Falda Panormide”, già suggerito da L. Trevisan nel 1960, per la serie di scogliera sovrascorsa.
Il lavoro di Caflisch quindi, identifica l’età delle principali fasi orogeniche dei monti di Palermo che iniziano con l’istaurarsi della fase flyscioide (fine Eocene), estendendosi sino al Quaternario avanzato (limite Calabriano-Siciliano), attraverso la fase tortoniana e l’acme pliocenico “Trubi”.

 
  PUBBLICAZIONE  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

TORNA ALLA PAGINA NEWS 3